mercoledì 14 marzo 2018

L'aperitivo: specialità torinese

 "Un popolo con una così grande varietà di aperitivi come il nostro non può morire di fame"  
Marcello Marchesi 
Torino, h 19. Ci troviamo nella piazza porticata più grande d'Europa: Piazza Vittorio Veneto.
Ci guardiamo intorno e vediamo giovani e non, intenti a godersi la libertà del weekend gustandosi stuzzichini accompagnati da un cocktail.
Stiamo parlando del famoso APERITIVO, una tradizione che unisce i torinesi dal 1876 quando Antonio Benedetto Carpano inventò il Vermouth, che divenne l'aperitivo ufficiale di corte e ben presto spopolò in tutta la città. Ma le sue radici sono ben più remote. Risalgono infatti ai tempi dell' Antica Grecia, quando Ippocrate scoprì che l'inappetenza dei suoi pazienti poteva essere alleviata con una bevanda amara, a base di vino bianco, che stimolava l'appetito.
Storico cocktail torinese: il Vermouth
Con il passare del tempo l'aperitivo, che può essere consumato dalle 18.30 fino alle 22.00 circa, ha subito varie trasformazioni assumendo caratteristiche diverse a seconda della zona in cui ci si trova.
Nel centro e nel sud Italia i locali che lo propongono sono ancora legati ad un concetto più classico, ma, specialmente nella nostra città, 
non ci si limita solo più a questo.
Si tratta di un'occasione per provare qualcosa di nuovo e particolare. Infatti l'aperitivo è da considerarsi un momento di relax tra la fine della giornata lavorativa e la cena e gli stuzzichini proposti possono variare ogni sera a discrezione dello chef a seconda dei periodi dell'anno. 
Il costo, in proporzione alla quantità e alla qualità delle pietanze, è assolutamente conveniente: il prezzo medio è, infatti, di 10 euro.
Ogni locale ha le sue specialità e non manca la musica  per accompagnare la degustazione di piatti anche tipici.
Insegna neon sotto i portici di Torino
Ma dove poter partecipare a questa tradizione sempre più diffusa?
Siamo andate ad intervistare uno dei titolari di uno dei locali più importanti e trendy degli ultimi anni, in zona Gran Madre: il Barz8. Il nostro interlocutore è anche uno dei collaboratori del progetto EDITPer chi non lo sapesse è un concept innovativo che unisce la gastronomia alla condivisione. EDIT si trova in ex stabile industriale in una zona di Torino che si sta cercando di rivalutare grazie ai professionisti del settore alimentare. Non offre solo un servizio di cocktail-aperitivo, ma anche di caffetteria, pub e ristorante. E per chi volesse si possono affittare cucine e locali per organizzare feste ed eventi.

Ed ecco le domande che gli abbiamo posto:
Interno del locale

Cosa ti ha spinto ad aprire il tuo locale? 
"Mi ha spinto la voglia di mettermi in gioco e il forte spirito di indipendenza. Preferisco gestire che essere gestito."
 E perchè proprio in quella zona?
"Credo particolarmente in quel luogo, ha un'energia forte ed è una scommessa inebriante"
Come interpreti l'idea di aperitivo?
"L'aperitivo dev'essere un momento prima della cena, non deve sostituirlo, deve essere allegro e distensivo dopo il lavoro"
Come trovi l'esperienza di Edit?
"Edit è una realtà innovativa, sconvolgente se pensata in Italia. è la dimostrazione che con passione, impegno e professionalità si possono fare grandi cose. Certo servono anche grandi soldoni😜"
Qual è l'età media dei tuoi clienti?
"I miei clienti sono di tutte l'età. Quella media è 40 anni, persone tra i 18 e i 55 che frequentano il locale"
Quali sono l'aperitivo e il cocktail più richiesti?
"Noi lavoriamo senza menù e costruendo su misura di ognuno il proprio cocktail, quasi fossimo dei sarti. In altri locali sicuramente spritz, mojito e caipiroska"
Su cosa punti in particolare per il tuo locale?
"Sulla professionalità e sulla qualità"
Cosa pensi ti abbia portato alla notorietà?
"La passione e l'impegno che comportano sacrificio ed umiltà"
Cosa pensi della rivalutazione dei Murazzi?
Penso che siano una parte importante e storica della città e come tale meritino una vetrina importante, una rivalutazione."

Ed infine per chi volesse "provare per credere", ecco una mappa con i luoghi citati nell'articolo.


Alice Artico
Sofia Cordero

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