giovedì 15 marzo 2018

Hollywood e gli abusi: sotto i riflettori

HOLLYWOOD E GLI ABUSI: SOTTO I RIFLETTORI

Lo scandalo Weinstein riempie le prime pagine, ma quanto sapete realmente a proposito degli scheletri nell'armadio di Hollywood?. Ecco una storia delle molestie nell'industria cinematografica statunitense, per cominciare ad aprire gli occhi.

Avrete di sicuro sentito parlare, nelle ultime settimane, dello scandalo che ha travolto Hollywood, quello sulle molestie sessuali su cui ora si sta indagando, e che ha portato alla nascita dell’organizzazione TIME'S UP contro gli abusi e le violenze. Se ancora non lo sapevate, ciò che ha dato inizio al terremoto è stata l’inchiesta compiuta dal New York Times nell’ottobre 2017 riguardo molestie che alcune donne dichiararono di aver subito da Harvey Weinstein, colosso dell’industria cinematografica statunitense.


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Harvey Weinstein
Il ricchissimo produttore si è visto accusare da ben più di 50 donne, di svariate età, tra le quali le attrici Asia Argento - tra le prime coraggiose che lo denunciarono - , Gwyneth Paltrow, Cara Delevigne, Mira Sorvino, Angelina Jolie e Lupita Nyong’ o, ma non ci sono esclusivamente celebrità nella lista, che, sfortunatamente, pare non finisca più. Non possiamo essere davvero sicuri che in certi casi una pacca amichevole sulla spalla sia stata messa nella lista per una reazione domino dopo le prime denunce, ma di certo nemmeno una delle molestie accertate è scusabile, e Weinstein è stato chiamato “mostro”, è stato bandito dalla cerimonia di consegna degli Oscar e messo da parte dalla società che aveva fondato e che ora è sull’orlo del fallimento proprio a causa dello scandalo che lo ha coinvolto.

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Charlie Chaplin, attore; regista
Se siete anche voi tra coloro che inneggiano alla lenta distruzione del “mostro”, è bene che sappiate che la storia delle molestie a Hollywood è nata ben prima di ieri, e ad opera di miti e icone del cinema che non avreste (forse) mai creduto capaci di compiere atti del genere. Un esempio? Be’, che ci crediate o no, anche Charlie Chaplin, morto nel 1977, definito come uno dei “mostri sacri” della settima arte, rischia di trasformarsi in un mostro nel modo in cui anche Harvey è stato definito; infatti, pare avesse particolari predilezioni per le donne giovani, forse un po’ troppo, dato che mise gli occhi sulla sua futura seconda moglie, Lita Grey, quando questa aveva soltanto 7 anni, e la fece debuttare (a 12) nel film “Il monello”, in cui interpretava un angioletto che tentava di sedurre proprio Chaplin. In seguito, i rapporti con la ragazza, ormai sedicenne, si approfondirono, e lei rimase incinta, cosa che costrinse i due a sposarsi di nascosto, anni dopo, per evitare la denuncia di stupro di minorenne. Il loro matrimonio durò ben poco, poiché Lita due anni dopo chiese il divorzio, accusando il marito di averla costretta ad atti “indecenti, pervertiti, degenerati, anormali e contro natura”. Non fu l’unica moglie di Chaplin, e anche certi racconti delle altre (alcuni dei quali sono stati perfino fonte di libri) dipingono il marito come un uomo dai gusti non proprio comuni, sia sotto l’aspetto umano che “sentimentale”.
                                                       
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Marlon Brando 
Abbiamo poi il caso eclatante che coinvolse Marlon Brando, morto nel 2004: la relazione con James Dean. A lanciare la bomba fu il Daily Mail, che scrisse un articolo nel 2016 a proposito di questo scandalo. Il quotidiano inglese parlò della malsana relazione tra i due. James Dean era innamorato di Brando, il quale non ricambiò mai il suo amore, e che, come scritto sul Daily Mail, voleva fare il gioco del "gatto e il topo". Si dice, infatti, che Brando obbligava Dean a lunghe sessioni di rapporti sessuali violenti, durante i quali bruciava anche con la sigaretta il suo amante.
Nel libro "James Dean: Tomorrow Never Comes", i due autori Darwin Porter e Danforth Prince, che avevano conosciuto entrambe le star, rivelano molte altre vicende che lasciano emergere una relazione molto più complessa di quanto si pensasse.
Nel 2007, l'attrice Maria Schneider durante un'intervista raccontò un particolare di una scena girata quando lei aveva solo diciannove anni, che ha messo sotto accusa Brando e il regista Bernardo Bertolucci. Si tratta di una scena di stupro, nel film "Ultimo tango a Parigi", nella quale si vede il personaggio interpretato da Brando che ha un rapporto non consenziente con la giovane attrice. Lei raccontò che non era presente nella sceneggiatura originale il fatto che Brando avrebbe usato del burro come lubrificante, ma lui e il regista, dopo averne parlato insieme, non l'avevano messa al corrente, e fece presente di essersi sentita "un po' violentata". Bertolucci afferma che lo rifarebbe senza esitazione, voleva una reazione "vera e non da attrice".

M
a veniamo ora ai casi più attuali, quelli che di certo faranno riflettere su quanti molestatori in incognito possano essere presenti oggi sul set di un qualsiasi film, e soprattutto aprire gli occhi e vedere sotto una luce diversa quelli che magari sono i nostri attori preferiti.
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Kevin Spacey, attore


Sicuramente inaspettato è stato il coming-out di Kevin Spacey, arrivato dopo un'accusa da parte dell'attore Anthony Rapp di molestie sessuali. Il povero Rapp era solo un ragazzino di 14 anni quando Spacey tentò di sedurlo mentre era ubriaco. In seguito, l'attore di "House of cards" chiese pubblicamente scusa al collega, scrivendo un twitt nel quale raccontava di non ricordarsi niente, in quanto quello fu un episodio accaduto più di 30 anni fa e non era sobrio. Eppure è anche lo stesso cast di House of Cards ad accusare Spacey di comportamenti non del tutto "consoni" sul set della serie televisiva.
Attualmente le riprese della stessa sono sospese, e addirittura il regista Ridley Scott (Alien, Blade Runner) lo ha fatto letteralmente scomparire dal suo nuovo film "Tutti i soldi del mondo"; infatti, tutte le scene in cui l'attore era presente sono state girate da capo, con Christopher Plummer al suo posto.

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il Premio Oscar Dustin Hoffman
Anche per Dustin Hoffman non c'è tregua: sono sei le donne a puntare l'indice addosso all'attore ormai 80enne, affermando di essere state molestate da lui; una di queste, Cori Thomas, al tempo aveva 16 anni e andava a scuola con sua figlia, Karina. L'attore le si presentò nudo, dopo aver fatto la doccia, e le chiese di fargli un massaggio, ma per fortuna la ragazzina fu salvata da una chiamata della madre. Insomma, un comportamento non proprio corretto neanche da parte di questo premio Oscar.
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Woody Allen


Lascia un po' sconcertati anche ciò che ha (forse) fatto Woody Allen, il cui caso risale al 4 agosto 1992 quando Dylan Farrow, figlia adottiva della prima moglie Mia Farrow, e che aveva 7 anni, rivelò alla madre di essere stata portata da lui in soffitta e poi molestata, con la promessa di molta fama se non avesse detto niente a nessuno. Questo avveniva nel mezzo della separazione tra i due coniugi, causata dalla relazione tra Allen e un'altra figlia adottiva, Soon-Yi, che culminò in un matrimonio. Il regista negò di aver abusato della bambina fin dal primo istante, e con lui si schierò il figlio adottivo Moses Farrow, che difese il padre dall'accusa, sostenendo che la madre era una manipolatrice e faceva il "lavaggio del cervello" ai figli per metterli contro il padre; inoltre, le indagini sulle accuse rivelarono alcune contraddizioni nel racconto di Dylan, e, anche in seguito a controlli pediatrici che non riscontrarono nulla di particolare, il caso fu archiviato, e la piccola affidata alla Farrow.
Dopo lo scandalo Weinstein la figlia adottiva ha di nuovo dato voce alle accuse contro Allen, ma lui continua a negare e ancora oggi non sappiamo la verità.                                                                          
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Roman Polanski, regista

Nel 1977 Roman Polanski (allora 43enne) drogò una 13enne, Samantha Gailey, e abusò di lei a casa di Jack Nicholson, con la scusa di un servizio fotografico. Fu ritenuto colpevole, spedito in una prigione a Chino (California) per 90 giorni di perizia psichiatrica, e da qui rilasciato anticipatamente con una valutazione che suggeriva la libertà condizionale, e che il giudice non accolse; così il regista fuggì a Londra e poi a Parigi. Fu poi arrestato nel 2009 a Zurigo e condannato agli arresti domiciliari, revocati poi nel 2010.                                                      Polanski si è scusato pubblicamente con la vittima, così come hanno fatto Arnold Schwarzenegger (accusato di molestie da 6 donne) e in un certo senso Casey Affleck, che ha concluso transazioni economiche per "sdebitarsi" di condotta sessuale impropria ai danni di Magdalena Gorka e Amanda White, collaboratrici sul set di "I'm still here". le carriere di entrambi sono uscite illese da questi spiacevoli avvenimenti, e Affleck ha addirittura vinto l'Oscar nel 2017 (per Manchester by the sea), anche se gli è stato impedito di presentare l' Oscar 2018 per la miglior attrice.                                     

Ci sono invece quelli che usano la tattica del silenzio, come Ben Affleck (fratello del sopracitato Casey), James Toback e Brett Ratner, e addirittura abbiamo chi non si pente minimamente di ciò che ha fatto: il premio Oscar Gerard Depardieu, a cui fu chiesto, in un'intervista del Time nel 1991, se fosse vero che aveva preso parte a uno stupro quando aveva 9 anni, rispose di sì, e che ne erano seguiti altri, "ma era assolutamente normale in quelle circostanze: è stata parte della mia fanciullezza". Nemmeno la sua carriera ha subito le conseguenze di tutto questo.

Facendo delle ricerche, abbiamo scoperto l'esistenza di Rotten Appl.es (mele marce), un sito con il quale è possibile individuare in quali pellicole sono presenti, appunto, le "mele marce", ovvero gli attori protagonisti degli abusi, oppure no. Nel secondo caso la pellicola viene segnata con l'appellativo "mela fresca". I creatori della piattaforma scrivono "l'obiettivo della piattaforma è quello di promuovere ulteriormente la consapevolezza di quanto sia pervasiva la cattiva condotta sessuale al cinema e in tv, e di favorire gli show eticamente impeccabili. Il nostro database non è perfetto né i risultati devono essere presi come fatti certi. Ogni collegamento però proviene da un articolo esistente e non è un riflesso delle nostre opinioni.". 

I modi per combattere gli abusi sulle donne sono molti e ogni singola persona che si unisce a movimenti come "Time's Up" o "Me Too" è una persona che si schiera con i giovani che subiscono molestie, abusi, pressioni. Ogni singola persona che crede in questi movimenti è un passo verso una società più giusta e corretta per ognuno di noi.


                                                                                                           Silvia Bracco e Lara Paciocco

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